lunedì 12 aprile 2010

La Psicoterapia del Panico

La psicoterapia cognitivo comportamentale è considerata la psicoterapia più utile ed efficace per il trattamento del Disturbo di Panico dalle più importanti linee guida e le organizzazioni internazionali sulla salute.

La psicoterapia del panico si focalizza su tre importanti obiettivi: apprendere a calmarsi, ridimensionare le paure catastrofiche che accompagnano e precedono gli attacchi (ristrutturazione cognitiva), riprendere le attività interrotte ed estendere l'area di libertà di movimento (esposizione).

Apprendere a calmarsi
Il primo problema da affrontare è il bisogno del paziente di trovare uno strumento efficiente per limitare l'impatto dei sintomi nel corso degli attacchi di panico.
Il primo obiettivo consiste dunque nel dotarsi di uno strumento che consenta di calmarsi nel momento in cui sopraggiungono gli attacchi. La risoluzione di questo problema ha un effetto positivo su tutta la terapia in quanto favorisce la riduzione dell'ansia anticipatoria (se so come calmarmi, sono meno spaventato all'idea di avere un attacco!).
Vi sono numerose tecniche di rilassamento utilizzate per ottenere questo obiettivo, ma molte hanno il difetto di non essere utilizzabili nel momento degli attacchi perché presuppongono un preesistente stato di relativa calma. E' essenziale apprendere una tecnica di emergenza che consenta di calmarsi quando si è agitati. Qui di seguito vengono descritti i principi di una tecnica molto efficace.

Riassumere il controllo del respiro
Riprendere il controllo del respiro è essenziale per sottrarre il ritmo respiratorio agli automatismi dell'ansia. Nel corso di un attacco di panico, infatti, l'ansia intensa determina una maggiore ossigenazione del cervello che, a sua volta, determina sensazioni di vuoto alla testa e confusione. Dal momento che questi sintomi sono interpretati in modo catastrofico (cosa mai sta succedendo?) ed alimentano la percezione di perdita di controllo, la riduzione di ossigenazione è un fattore essenziale delle tecniche per calmarsi.

Interrompere i pensieri catastrofici
Gli attacchi di panico sono accompagnati da intensi pensieri catastrofici che tipicamente riguardano le seguenti categorie: paura di morire, paura di svenire, paura di perdere il controllo, paura di impazzire, paura di comportarsi in modo imbarazzante davanti agli altri.
Per riportare la calma è essenziale interrompere la catena di questi pensieri che non hanno altro risultato che incrementare lo stato di ansia.
Molto spesso, coloro che soffrono di attacchi di panico istintivamente sanno che è importante "non pensare" e le tecniche intuitive e spontanee più frequentemente utilizzate rientrano nella categoria della "distrazione". Il tentativo di distrarsi è infatti molto comune nella storia di chi soffre di panico, e prende le forme più diverse, come, ad esempio, telefonare a qualcuno, pensare intensamente a qualcosa d'altro, parlare, cantare, etc.
Sebbene le tecniche di distrazione applicate spontaneamente possano avere qualche risultato, sono tuttavia spossanti in quanto richiedono un grande sforzo da parte di le utilizza e durano solo per il breve tempo in cui ci si riesce a distrarsi. L'eventuale fallimento della tecnica, inoltre, determina paradossalmente l'aggravarsi dell'ansia in quanto incrementa il senso di fallimento personale ed il senso di perdita di controllo.
Nell'ambito della psicoterapia cognitivo comportamentale si suggerisce pertanto di utilizzare la tecnica di focalizzazione dell'attenzione sul respiro, in quanto non solo "distrae" dai pensieri catastrofici, ma approfondisce l'effetto calmante della respirazione lenta. Inoltre, la ripetizione di questa tecnica e l'allenamento consentono di creare un'ancora mnemonica molto potente. La tecnica, inoltre, include la gestione delle fughe dei pensieri in direzione della catena catastrofica e pertanto riduce il rischio di aggravemento dell'ansia in caso di temporanei fallimenti.

Tecnica
Uno degli esercizi più efficaci consiste nel respirare volontariamente e molto lentamente, portando l'attenzione al processo del respiro.
Un ciclo di respirazione lenta controllata consiste in una

  1. Lenta inspirazione che parte dal basso (dalla pancia), si estende al torace e poi alla parte alta delle spalle (senza alzare le spalle, ma anzi tenendole rilassate). L'inspirazione deve durare non meno di 5 secondi.
  2. Breve trattenimento del respiro, tenendo l'attenzione al corpo nel suo insieme.
  3. Espirazione spontanea ottenuta semplicemente lasciando andare la tensione legata alla inspirazione, come se si lasciasse sgonfiare un palloncino gonfiato. Anche in questa fase l'attenzione deve essere rivolta al corpo, lasciando andare ogni tensione eccessiva. La ripresa della inspirazione non deve avvenire prima che siano trascorsi alcuni secondi. In questo modo si apprende a superare la sensazione di fame d'aria.
Ristrutturare i pensieri catastrofici
I classici pensieri catastrofici che accompagnano gli episodi di panico sono: la paura di morire o di avere un grave malore, la paura di perdere il controllo, la paura di impazzire, la paura di comportarsi in modo imbarazzante subendo il giudizio delle persone presenti.
E' essenziale esplorare e risolvere i pensieri catastrofici del paziente in modo da offrire una interpretazione alternativa degli episodi e ridurre il terrore di avere nuovi attacchi.

Fare un piano di esposizione
Un piano di esposizione è un elemento centrale del trattamento del Disturbo di Panico. Solo la ripresa delle normali attività in modo pieno e senza accompagnatori può dare la percezione di aver effettivamente superato il problema. La persistenza dell'evitamento, anche in presenza di una buona capacità di calmarsi in caso di attacchi, deve essere superata e coltivata.
Qualsiasi segnale di ripresa dell'evitamento deve essere rapidamente affrontata con un nuovo piano di esposizione.

Nessun commento:

Posta un commento